Ciao max_linux2000,
conoscevo già la tecnica di usare un elettrolita alcalino invece che acido sulle batterie al piombo, ai tempi avevo provato con bicarbonato di sodio, si otteneva circa 1,5V, ma il problema è che con questo tipo di elettrolita si usava la reazione dell'ossido di piombo invece che del solfato di piombo, mi spiego meglio (spero di non dire cavolate chimiche): con elettrolita di acido solforico (quello comunemente usato nelle batterie) si parte da biossido di piombo sul positivo e piombo sul negativo, durante la scarica l'acido prende parte alla reazione e a batteria scarica al 100% abbiamo solfato di piombo su entrambe le piastre.
Con elettrolita alcalino che non prende parte alla reazione partiamo sempre da biossido di piombo sul positivo e piombo sul negativo per arrivare a ossido di piombo su entrambe le piastre a batteria scarica.
Qualche anno fà avevo provato prendendo una batteria per moto da 7Ah senza acido, riempita con elettrolita di bicarbonato di sodio, si caricava ed erogava corrente, ma le sue prestazioni erano un decimo rispetto ad una gemella con acido solforico, a prescindere dal fatto che la tensione era di 9V invece che di 12V, la batteria scendeva di tensione linearmente durante la scarica, non permettendo di usare la capacità residua per via della tensione troppo bassa.
Ora non sò se i risultati scadenti fossero dovuti al fatto che l'ossido di piombo prodotto dalla scarica sia isolante e bloccasse il passaggio di corrente nelle materie attive delle piastre o se fosse dovuto al bicarbonato di sodio, però le prestazioni erano talmente basse che avrei speso di più delle normali batterie all'acido dovendo compensare prendendo più piombo per un accumulo serio, così ho lasciato perdere.
Però adesso che mi ci fai pensare allora non avevo considerato diverse cose, per esempio altri elettroliti alcalini come la soda caustica, idrossido di potassio o l'allume di potassio di cui parlavi tu, e non ho neanche considerato il fatto che probabilmente piastre già fatte di batterie progettate per acido solforico, anche se comprate secche, potrebbero contenere tracce di acido solforico o solfato di piombo, queste traccie di acido solforico o sali potrebbero reagire con l'elettrolita alcalino e neutralizzarlo rendendo l'elettrolita risultante inerte e non conduttivo o anche solo in parte.
Provare con piastre di piombo non conviene poichè la capacità ottenibile sarebbe talmente irrisoria da non adre alcun valido dato pratico di valutazione per un eventuale realizzazione seria con fine pratico, a tal proposito suggerirei di provare con le piastre negative di recupero da batterie usate, bisognerebbe rimuovere qualsiasi traccia di acido solforico o solfati di piombo prima di metterle in test con elettroliti alcalini e testare le performance, usando piastre di accumulatori commerciali abbiamo il vantaggio di provare con una superfice enorme in quanto contengono il piombo, ossidi e solfati in forma spugnosa e allora il test darebbe indicazioni più realistiche su un eventuale utilizzo.
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ecco il tuo link al sito di cui parlavi
Ad ogni modo nelle batterie al piombo la loro usura non è data solo dall'acido solforico e dal solfato di piombo, di fatti il soflato se si cristallizza si può riconvertire con impulsi elettrici opportuni, ma i fattori sono molteplici, per esempio molti problemi derivano anche dallo sgretolamento delle piastre con sedimentazione delle materie attive sul fondo per azione delle bollicine che si formano surante la carica per elettrolisi e dall'inquinamento dei separatori porosi dalle polveri di piombo che provocano correnti di dispersione, autoscarica per poi arrivare addirittura alla cella in corto.
Ad ogni modo il tuo intervento è interessante perchè il filone delle celle piombo-piombo con elettrolita alcalino è forse ancora un campo degno di indagine nel campo fai-da-te.
Del resto io ho scelto la strada della chimica tradizionale piombo-acido più che altro perchè trovo le materie prime (acido solforico e piombo) quasi gratis dalle batterie usate, quindi non ho problemi di costo nel realizzare qualcosa di grosso, ma mi serve solo tempo e pazienza nel recuperare batterie usate, nel caso di accumulatori alcalini probabilmente possiamo ancora recuperare il piombo ma l'elettrolita me lo devo comprare, e credimi che per fare un accumulo di una minima rilevanza per usi domestici potrebbero servire migliaia di litri di elettrolita, che sicuramente avrebbe un costo (penso al bicarbonato, alla soda caustica ecc... da comprare)

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