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Hot Topic (More than 100 Replies) Test accumulatore Ferro-Ferro (Read 65942 times)
Lupo cattivo
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Re:Test accumulatore Ferro-Ferro
Reply #30 - 24.04.09 at 16:06:00
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CITAZIONE (Keyosz @ 24/4/2009, 14:45) Quote:
Ho scoperto oggi che esiste l'ossido di ferro in polvere a livello commerciale come pigmento (quindi nei colorifici?) sotto il nome di rosso inglese, provate a dare un occhiata a <a href=http://kremer-pigmente.de/shopint/index.php?lang=ITA&list=010102&seg=1 target=_blank>questo sito, ce ne sono tante varianti ma cosa cambia esattamente?
Poi c'è anche l'idrossido di ferro (si chiama così giusto?) quello giallo, può venire utile anche quello per i test?

Certo viene prodotto partendo proprio dal ferro e dall'acido solforico, se guardi lo schemino che avevo messo ci sono tutte le composizioni in base ai colori.
CITAZIONE (Lupo cattivo @ 4/4/2009, 13:49) Quote:
Allora , metto un piccolo schemino di osssidi e idrossidi di ferro con i relativi colori, in modo da potersi orientare.
Il ferro ha due stati di ossidazione prevalente 2 e 3 (ne ha un terzo, ma non come metallo, per cui lasciamo perdere)
Quindi formerà sali ferrici (Fe3+) e ferrosi (Fe2+)

Ossido ferrico Fe
2
O
3
di colore rosso
Ossido ferrico idrato Fe
2
O
3
.H
2
O di colore giallo
Ossido di ferro (una miscela dei due) FeO.Fe
2
O
3
di colore nero
Idrossido ferrico Fe(OH)
3
di color rosso mattone
Idrossido ferroso Fe(OH)
2
di color verde mela

Quello che quasi certamente entra in gioco è l'idrossido ferrico, di color rosso mattone che mi pare di aver anche visto nelle foto

Gli ossidi vengono usati come coloranti di basso costo per tegole, opere murarie, eccetera...
Però solo nei colori rosso, giallo e nero.
Credo che tu possa trovarli facilmente, in caso contrario te li spedisco io.

CITAZIONE (Keyosz @ 24/4/2009, 16:38) Quote:
Ho guardato meglio su questo sito c'è un sacco di roba per queste sperimentazioni chimiche...
Volevo fare un altra domanda, la paglietta "brucia" se gli si dà fuoco o se si mette in corto con una piccola corrente (2-3A o più), se "bruciassi" la paglietta otterrei delle ceneri di ossido di ferro? potrebbe essere un metodo mooooolto più veloce hehe...Sì, è ossido di ferro.

Poi un altra domanda, al di là del fatto che è meglio sperimentare, ma secondo voi è meglio provare con ossido di ferro e ferro, oppure idrossido di ferro e ferro o idrossido di ferro e ossido di ferro? Nel senso se mai dovessi comprare un pò si ossido di ferro vale la pena prendere anche l'idrossido? ho non ha alcun valore in reazioni redox?

Bella domanda, saltando le spiegazioni direi l'idrossido mescolato al ferro

Ho guardato il sito, a parte gli errori di traduzione, alcuni gravi perchè cambia completamente il tipo di prodotto, sono cari.
Ce ne sono altri di siti, più a buon prezzo, questo spedisce dagli Stati Uniti!
se vai sul sito della Carlo Erba trovi l'elenco dei loro rivenditori, regione per regione e trovi tutto quello che vuoi.

  
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Keyosz
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Re:Test accumulatore Ferro-Ferro
Reply #31 - 28.04.09 at 17:34:00
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Ciao Lupo, grazie mille per tuute le spiegazioni e i consigli, allora, prima ancora che vedessi la tua risposta la settimana scorsa ho comprato il "rosso ossido", come viene chiamato in gergo al colorificio, che è una polverina rosso mattone molto fine, proprio come descritto nel tuo elenco e a conferma c'è proprio la sigla Fe2O3 sulla confezione, ho provato a miscelare questo ossido con del carbone attivo polverizzato il più possibile, ricoprendo due elettrodi con la stessa miscela, 2 sole piastrine tengono accesa per mezzo secondo la lampadina, ma ad occhio sembra che la polverina spalmata sulle piastre e poi tenuta pressata dai separatori non cambi colore, come se non ci fosse un gran chè di reazione, ora non so se dipende dal fatto che non c'è abbastanza materiale conduttivo nella miscela oppure questo ossido non va bene oppure lo stesso ossido su + e su - con una carica forzata uno dei due non si converte in qualcosa di utile.

Ho sbirciato di nuovo la reazione delle NiFe:
2NiOOH+2H2O+Fe <--&#62;2Ni(OH)2+Fe(OH)2
Vorrei provare con l'idrossido, se ho capito bene una NiFe scarica ha idrossido di nichel e di ferro, un pò come il solfato di piombo su entrabe gli elettrodi, proverei quindi idrossido di ferro o ferrico, non so bene cosa troverò, su due piastrine e poi sotto con la carica, magari sta volta aumento considerevolmente il carbonio per essere sicuro che qualche elettrone arrivi in mezzo all'impasto....
Non so se ho afferrato qualche virgola di teoria, ma potrebbe essere che le due piastrine di idrossido vadano in fase di carica verso ferro su un polo e ossido o qualcos'altro sull'altro polo... ?

Al colorificio hanno il verde però non è riportata la sigla chimica, quindi non ho la certezza che sia formato dal ferro, però è insieme a tutti gli altri pigmenti fatti con il ferro.
Poi volevo farti un altra domanda, ma il giallo, quello che tu riporti come Fe2O3.H2O cosa significa? Ossido di ferro mischiato ad acqua??? ma è una polvere.... è un idrossido? perchè da qualche parte ho letto del giallo di ferro chiamato idrossido, ma gli idrossidi citati da te sono gli altri due, che confusione, cosa vuol dire un "ossido . acqua"???

Poi una deduzione: scoprendo che FeO è nero, potrebbe essere che le mie piastrine ritagliate dalla lamiera di ferro per uso industriale sia ricoperta da uno strato di FeO passivante, ovvero isolante e non reagente che quindi mi rende inerti le piastre fino ad ora usate?
  
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Lupo cattivo
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Re:Test accumulatore Ferro-Ferro
Reply #32 - 28.04.09 at 21:54:00
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CITAZIONE (Keyosz @ 28/4/2009, 18:34) Quote:
Ciao Lupo, grazie mille per tuute le spiegazioni e i consigli, allora, prima ancora che vedessi la tua risposta la settimana scorsa ho comprato il "rosso ossido", come viene chiamato in gergo al colorificio, che è una polverina rosso mattone molto fine, proprio come descritto nel tuo elenco e a conferma c'è proprio la sigla Fe2O3 sulla confezione, ho provato a miscelare questo ossido con del carbone attivo polverizzato il più possibile, ricoprendo due elettrodi con la stessa miscela, 2 sole piastrine tengono accesa per mezzo secondo la lampadina, ma ad occhio sembra che la polverina spalmata sulle piastre e poi tenuta pressata dai separatori non cambi colore, come se non ci fosse un gran chè di reazione, ora non so se dipende dal fatto che non c'è abbastanza materiale conduttivo nella miscela oppure questo ossido non va bene oppure lo stesso ossido su + e su - con una carica forzata uno dei due non si converte in qualcosa di utile. Difficile dirlo, si possono fare tante illazioni, ma rimane regina la sperimentazione, onestamente non saprei. Credo che l'ossido rosso non conduca la corrente e per questo non partecipi alla reazione.

Ho sbirciato di nuovo la reazione delle NiFe:
2NiOOH+2H2O+Fe <--&#62;2Ni(OH)2+Fe(OH)2
Vorrei provare con l'idrossido, se ho capito bene una NiFe scarica ha idrossido di nichel e di ferro, un pò come il solfato di piombo su entrabe gli elettrodi, proverei quindi idrossido di ferro o ferrico, non so bene cosa troverò, su due piastrine e poi sotto con la carica, magari sta volta aumento considerevolmente il carbonio per essere sicuro che qualche elettrone arrivi in mezzo all'impasto....
Non so se ho afferrato qualche virgola di teoria, ma potrebbe essere che le due piastrine di idrossido vadano in fase di carica verso ferro su un polo e ossido o qualcos'altro sull'altro polo... ? Mi dispiace, ma non ho capito...

Al colorificio hanno il verde però non è riportata la sigla chimica, quindi non ho la certezza che sia formato dal ferro, però è insieme a tutti gli altri pigmenti fatti con il ferro. Non credo sia un sale del ferro, più facile sia del cromo, ovviamente a distanza è quasi imposssibile stabilirlo
Poi volevo farti un altra domanda, ma il giallo, quello che tu riporti come Fe2O3.H2O cosa significa? Ossido di ferro mischiato ad acqua??? ma è una polvere.... è un idrossido? perchè da qualche parte ho letto del giallo di ferro chiamato idrossido, ma gli idrossidi citati da te sono gli altri due, che confusione, cosa vuol dire un "ossido . acqua"??? Significa che l'ossido ha conglobato , nella sua molecola, delle molecole d'acqua. Sono legami abbastanza forti, immagina una palla fatta
da sassi bianchi e neri tenuti assieme con della malta, questa è la molecola del ossido giallo:se prendi un piccone riesci a separare i sassi e avrai dei sassi neri e sassi bianchi: ecco queste le molecole d'acqua e l'ossido separati. Se lo scaldi molto, parecchie centinaia di gradi (usi il piccone) gli levi le molecole d'acqua.
Invece l'idrossido è come se avessi solo dei sassi grigi, tutta un altra cosa.


Poi una deduzione: scoprendo che FeO è nero, potrebbe essere che le mie piastrine ritagliate dalla lamiera di ferro per uso industriale sia ricoperta da uno strato di FeO passivante, ovvero isolante e non reagente che quindi mi rende inerti le piastre fino ad ora usate?Anche qui difficile dirlo.
Il ferro, puro è morbido, oddio non lo pieghi con le dita, ma poco ci manca, quello che hai tu è di sicuro acciaio con chissa quanto carbonio e altri impurezze.
E anche possibile abbia uno strato isolante di ossido di ferro.
Prova ad immergerlo per pochi secondi (o minuti, dipende dalla violenza delle reazione) in acido solforico, lo strato passivante, ammesso esista, andrà via.
Dovrebbe reagire in maniera abbastanza violenta dando una schiuma bruno-marroncina, la levi e provi se va meglio.

  
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Ferrobattuto
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Re:Test accumulatore Ferro-Ferro
Reply #33 - 29.04.09 at 19:42:00
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Salve a tutti.
CITAZIONE Quote:
Poi una deduzione: scoprendo che FeO è nero, potrebbe essere che le mie piastrine ritagliate dalla lamiera di ferro per uso industriale sia ricoperta da uno strato di FeO passivante, ovvero isolante e non reagente che quindi mi rende inerti le piastre fino ad ora usate?

Ciao Keyosz, quello strato nero bluastro che c'è sulla lamiera di ferro si forma per contatto con l'aria quando la lamiera esce rovente dai rulli del laminatoio. Anche se viene freddata subito per evitare deformazioni e ulteriori ossidazioni, si forma comunque quello strato, duro e aderente alla lamiera. Essendo di composizione incerta e sicuramente non omogenea, sarebbe meglio venisse asportata, prima dei eventuali esperimenti, pena falsature nelle tue prove.
Saluti.
Ferro
  
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Keyosz
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Re:Test accumulatore Ferro-Ferro
Reply #34 - 29.04.09 at 20:04:00
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Lupo e Ferro hanno perfettamente ragione, infatti per le prove con gli ossidi di ferro presi in colorificio ho carteggiato le piastrine prima di spennelarle con l'impasto di ossido e carbonio, però l'idea di immergerle in acido solforico mi pare più comoda, veloce ed efficace, le prossime prove la metterò in pratica!

Oggi ho recuperato in un altro colorificio un vasetto di polvere verde, sempre nello stesso scaffale degli altri pigmenti per cemento ad ossidi di ferro, però sulla scatola non è riportata la composizione chimica o diciture precise, quindi non sono sicuro che sia idrossido ferrico o ferroso (faccio sempre confusione), non è che c'è un modo per testare se è idrossido di ferro con qualche reazione? non vorrei che fosse qualcos'altro come sospettava Lupo...
  
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Re:Test accumulatore Ferro-Ferro
Reply #35 - 25.12.09 at 13:08:00
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Buon Natale e tanti auguri a tutti quanti!!

Volevo postare alcune foto riguardo l'accumulatore ferro - ferro a membrana che avevo sperimentati un po' di giorni fa.

L'accumulatore è realizzato utilizzando due vasetti in plastica riempiti con elettrolito di idrossido di sodio al 20%, e due elettrodi di lana di ferro. I due vasetti sono messi in comunicazione tramite una membrana realizzata per ora con della carta assorbente. Successivamente costruirò (dopo le ferie) delle tasche in ceramica immerse nell'elettrolita al cui interno metterò la lana di ferro.

La ceramica è un ottimo materiale da utilizzare come membrana selettivamente permeabile. Che lascia passare l'elettrolito, ma non permette alle materie attive di passare e di allontanarsi quindi dall'elettrodo.

L'accumulatore ferro - ferro mi sta dando grandi soddisfazioni per ora, già al primo ciclo ho ottenuto una capacità di corto circuito di circa 35 mAh!!
La cosa "strana" è che si comporta come una nichel - ferro, dandomi un potenziale di circa 1.4V da carica, quando si scarica scende a circa 0.9V.
Quello che ho pensato è che forse, non facendo mischiare le materie attive dell'anodo con il catodo, sto favorendo la formazione di ferrati di sodio che mi vanno a favorire il potenziale del secondo rigo!!

CITAZIONE (Ferrobattuto @ 23/3/2009, 21:16) Quote:
Semi-reazione E° (V)
Ag4Fe(CN)6(s) + 4e- <==> 4Ag(s) + Fe(CN)64- _______________ +0.194
FeO4_2-(aq) + 8H+ + 3e- <==> Fe3+(aq) + 4H2O ______________ +2,200
[Fe(phenantroline)3]3+(aq) + e- <==> [Fe(phen)3]2+(aq) _______ +1,147
[Fe(phen)3]3+(aq) + e- <==> [Fe(phen)3]2+(aq) (H2SO4 1M) ____ +1,060
Fe3+(aq) + e- <==> Fe2+(aq) ______________________________ +0.771
[Fe(CN)6]3-(aq) + e- <==> [Fe(CN)6]4-(aq) __________________ +0.358
Fe3+(aq) + 3e- <==> Fe(s) ________________________________ -0.037
Fe2+(aq) + 2e- <==> Fe(s) ________________________________ -0.447
Fe(OH)3(s) + e- <==> Fe(OH)2(s) + OH- _____________________ -0.560

Per ora è solo un prototipo, ma penso che facendone uno più grande i risultati dovrebbero essere migliori. La materia attiva che si forma al polo postivo ha un colore violaceo e non rosso come la ruggine!

La svolta penso che sia nell'utilizzo della membrana!!

Buon Natale a tutti ci riaggiorniamo, kekko!









Ps: Ahh dimenticavo!! Quando l'accumulatore è scarico, l'elettrolita violaceo (contenente le materie attive) diventa trasparente come l'acqua, segno che le materie attive si sono trasformate e hanno partecipato completamente alla reazione

  
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Keyosz
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Re:Test accumulatore Ferro-Ferro
Reply #36 - 28.12.09 at 09:07:00
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Ciao Kekko e grazie per gli auguri!

Vedo che come al solito ti dai da fare a testare le varie alternative, complimenti e non mollare

Tutte le prove che avevo fatto erano con i due poli nello stesso elettrolita, secondo quanto osservato da tè il mio problema poteva essere che c'è materia attiva generata al positivo che entra in soluzione e poi forse entrava a contatto con il negativo auto-scaricandosi, non sò è un ipotesi, ti posso confermare che in soda caustica si formava qualcosa di violaceo sul positivo anche a mè, mentre in bicarbonato di sodio, sempre sul positivo, si formava qualcosa di rosso chiaro/marroncino, probabilmente comune ruggine, ora per un accumulatore elettrochimico non sò cosa sia meglio tra le due sostanze, ma sicuramente la soda caustica conduce meglio.

Se ricordo bene Lupo accennava a permanganati, o qualcosa del genere, che poteva dare una colorazione violacea del genere, dovuta alle impurità del ferro.

Ma tu parli di lana di ferro, ma sarebbero le comuni pagliette da cucina? Quelle più economiche in modo che non siano fatte di inox o roba simile poco reattiva?

Comunque bella l'idea della membrana per garantire il passaggio ionico ma tenere separati gli elettroliti, non ci avevo pensato, anche perchè per fare delle prove va bene ma poi per un accumulatore serio serve qualcosa di molto più grosso ed esteso per non creare troppa resistenza, mi immagino come debba essere un setto poroso/membrana in grado di far passare decine e decine di ampere per un uso pratico senza far crollare la tensione

Adesso che mi ci fai pensare si potrebbero anche ri-provare altre chimiche con la separazione delle due soluzioni, però ti posso garantire che come risultati immediati la chimica delle piombo-acido è quella che mi ha dato i risultati nettamente migliori fino ad ora.

Nel barattolo da 1,6L dove avevo messo tante piastrine di ferro alternate + e - in soda caustica ero riuscito ad ottenere un paio di ampere di corto, riuscivo ad accendere una lampadina da torcia, ma solo per pochi secondi e comunque la cella si auto-scaricava molto rapidamente, probabilmente per il fatto che si mischiavano le sostanze attive disciolte in soluzione?
Avevo anche ottenuto risultati apprezzabili con solo 2 piastrine spennellate di ossido di ferro misto a carboni attivi polverizzati, però ho scoperto e confermato che l'ossido di ferro è poco conduttivo per non dire isolante, credo che sia questo fattore a rendere l'elettrodo positivo di ferro poco reattivo e sfruttabile, ecco perchè cercavo il nichel.
  
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Ferrobattuto
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Re:Test accumulatore Ferro-Ferro
Reply #37 - 28.12.09 at 15:09:00
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Sicuramente la paglia di ferro per pentole ha una superficie grandissima, immagino però che i fili sottilissimi di cui è composta si corrodano molto presto....... Come le piastre a griglia delle piombo acido per auto. Tanto materiale attivo, purtroppo praticamente libero, e tanta corrente, ma per poco tempo, poi si sbriciola tutto. A meno che non si riesca a comprimere il tutto in tubetti o piastre a tasche. Un po' complicato, nel fai-da-te.
Sarebbe buono invece provare con lamiera sottilissima, tipo quella dei barattoli per l'olio, alternata a qualcosa di poroso, anche feltro di lana di vetro, o di acrilico, anche se la soda caustica verso queste sostanze plastiche è molto più attiva dell'acido soilforico. La superficie sarebbe ugualmente tantissima, ma il tutto sarebbe più robusto e compresso.
In passato avevo pensato di fare delle prove, ma come al solito ho poco tempo.......
Se vi va di provare, la lamiera dei barattoli si trova a un po' dappertutto, basta decapparla bene prima in soda caustica calda per togliere grassi e vernici, e poi in acido muriatico, per togliere rivestimenti di stagnatura o zincatura e portare a nudo il ferro.
Un "pacco" di lamierini fatti così sarebbe molto robusto, e non sarebbe neanche difficile saldarci elettricamente dei reofori di acciaio inox, come nelle vere ferro-nichel.
Prima o poi penso che proverò.....
Saluti.
Ferro
  
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Keyosz
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Re:Test accumulatore Ferro-Ferro
Reply #38 - 29.12.09 at 09:31:00
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Ciao Ferro, non scomodarti, la prova con lamiere di ferro l'avevo già fatta io ed i risultati erano veramente scarsi, da quanto osservato da Kekko pare che per ottenere qualcosina di utile si debba tenere separati gli elettroliti a contatto con positivo e negativo tramite il setto poroso o similare.
  
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max_linux2000
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Re:Test accumulatore Ferro-Ferro
Reply #39 - 10.02.10 at 08:11:00
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NOTA: Non so perché questo forum mi impedisce di inserire url, quindi ho dovuto metterle come testo togliendogli http, mi spiace

ciao a tutti,

date una occhiata qui:
blog.hasslberger.com/2007/01/how_to_convert_a_lead_acid_bat.html

si tratta di un metodo semplice per convertire una batteria acida in alcalina, usando un elemento chimico non troppo difficile da trovare.

Purtroppo che gruppo di yahoo in inglese c'è in corso una discussione su quale elemnto chimico sia il più idoneo, ma immagino che ne siate interessati.

Poterebbe anche essere utile a questa discussione.

Vi propongo di provare a costruire una batteria piombo-piombo utilizzando come elettrolita una sostanza alcalina al 10 o al 20% come per esempio l'allume di potassio:
it.wikipedia.org/wiki/Allume_di_potassio

Questa sostanza dovrebbe essere molto economica (in teoria). Tra l'altro a noi non interessa affatto che abbia un grado di purezza elevato. Si usa comunemente come deodorante in polvere per i piedi ed il corpo. Anticamente si usava per fissare i colori alle stoffe.

Bisognerebbe fare un esperimento con 2 placche di piombo in questa soluzione alcalina

Se non dovesse funzionare o desse scarsi risultati, propongo di:

1. sostituire l'elettrolita con una soluzione di acido solforico al 30% (idraulico liquido o similari a base di acido solforico)
2. caricare l'accumulatore in modo da "formare" le placche
3. scaricare fino a zero, in modo da solfatare le placche.
4. sostituire di nuovo l'elettrolita con la soluzione alcalina
5. ricaricare

a questo punto dovrebbe fornire 1.7 volts, ma con un amperaggio elevato rispetto alla superficie delle placche.

Tra l'altro la durata di questo accomulatore dovrebbe essere molto elevata, dovuto al fatto che le celle non si gonfiano (stess meccanico) e l'elettrolita non è acido.

Se trovo un pezzo di piombo da tetto, conto di provare l'esperimento.
Ma qui dove abito io ho problemi a trovare anche l'allume di potassio...


ciao
MaX
  
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Keyosz
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Re:Test accumulatore Ferro-Ferro
Reply #40 - 10.02.10 at 09:26:00
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Ciao max_linux2000,
conoscevo già la tecnica di usare un elettrolita alcalino invece che acido sulle batterie al piombo, ai tempi avevo provato con bicarbonato di sodio, si otteneva circa 1,5V, ma il problema è che con questo tipo di elettrolita si usava la reazione dell'ossido di piombo invece che del solfato di piombo, mi spiego meglio (spero di non dire cavolate chimiche): con elettrolita di acido solforico (quello comunemente usato nelle batterie) si parte da biossido di piombo sul positivo e piombo sul negativo, durante la scarica l'acido prende parte alla reazione e a batteria scarica al 100% abbiamo solfato di piombo su entrambe le piastre.
Con elettrolita alcalino che non prende parte alla reazione partiamo sempre da biossido di piombo sul positivo e piombo sul negativo per arrivare a ossido di piombo su entrambe le piastre a batteria scarica.

Qualche anno fà avevo provato prendendo una batteria per moto da 7Ah senza acido, riempita con elettrolita di bicarbonato di sodio, si caricava ed erogava corrente, ma le sue prestazioni erano un decimo rispetto ad una gemella con acido solforico, a prescindere dal fatto che la tensione era di 9V invece che di 12V, la batteria scendeva di tensione linearmente durante la scarica, non permettendo di usare la capacità residua per via della tensione troppo bassa.
Ora non sò se i risultati scadenti fossero dovuti al fatto che l'ossido di piombo prodotto dalla scarica sia isolante e bloccasse il passaggio di corrente nelle materie attive delle piastre o se fosse dovuto al bicarbonato di sodio, però le prestazioni erano talmente basse che avrei speso di più delle normali batterie all'acido dovendo compensare prendendo più piombo per un accumulo serio, così ho lasciato perdere.

Però adesso che mi ci fai pensare allora non avevo considerato diverse cose, per esempio altri elettroliti alcalini come la soda caustica, idrossido di potassio o l'allume di potassio di cui parlavi tu, e non ho neanche considerato il fatto che probabilmente piastre già fatte di batterie progettate per acido solforico, anche se comprate secche, potrebbero contenere tracce di acido solforico o solfato di piombo, queste traccie di acido solforico o sali potrebbero reagire con l'elettrolita alcalino e neutralizzarlo rendendo l'elettrolita risultante inerte e non conduttivo o anche solo in parte.

Provare con piastre di piombo non conviene poichè la capacità ottenibile sarebbe talmente irrisoria da non adre alcun valido dato pratico di valutazione per un eventuale realizzazione seria con fine pratico, a tal proposito suggerirei di provare con le piastre negative di recupero da batterie usate, bisognerebbe rimuovere qualsiasi traccia di acido solforico o solfati di piombo prima di metterle in test con elettroliti alcalini e testare le performance, usando piastre di accumulatori commerciali abbiamo il vantaggio di provare con una superfice enorme in quanto contengono il piombo, ossidi e solfati in forma spugnosa e allora il test darebbe indicazioni più realistiche su un eventuale utilizzo.

Per il link basta che clicchi sul bottone URL inserisci l'indirizzo http..., a me funziona:
ecco il tuo link al sito di cui parlavi

Ad ogni modo nelle batterie al piombo la loro usura non è data solo dall'acido solforico e dal solfato di piombo, di fatti il soflato se si cristallizza si può riconvertire con impulsi elettrici opportuni, ma i fattori sono molteplici, per esempio molti problemi derivano anche dallo sgretolamento delle piastre con sedimentazione delle materie attive sul fondo per azione delle bollicine che si formano surante la carica per elettrolisi e dall'inquinamento dei separatori porosi dalle polveri di piombo che provocano correnti di dispersione, autoscarica per poi arrivare addirittura alla cella in corto.

Ad ogni modo il tuo intervento è interessante perchè il filone delle celle piombo-piombo con elettrolita alcalino è forse ancora un campo degno di indagine nel campo fai-da-te.

Del resto io ho scelto la strada della chimica tradizionale piombo-acido più che altro perchè trovo le materie prime (acido solforico e piombo) quasi gratis dalle batterie usate, quindi non ho problemi di costo nel realizzare qualcosa di grosso, ma mi serve solo tempo e pazienza nel recuperare batterie usate, nel caso di accumulatori alcalini probabilmente possiamo ancora recuperare il piombo ma l'elettrolita me lo devo comprare, e credimi che per fare un accumulo di una minima rilevanza per usi domestici potrebbero servire migliaia di litri di elettrolita, che sicuramente avrebbe un costo (penso al bicarbonato, alla soda caustica ecc... da comprare)

Comunque qualsiasi prova fai e qualsiasi risultato, anche deludente, non esitare a riportatlo qui sul forum, saremo felici di scambiarci opinioni
  
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max_linux2000
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Re:Test accumulatore Ferro-Ferro
Reply #41 - 10.02.10 at 11:56:00
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OK, io ho comprato 5 kg di solfato di alluminio per 15 euro e sono sufficenti per moltissimi litri mi dicono. Il problema è che alcuni americani mi dicono che il solfato di alluminio non va bene e che serve il 'Allume di potassio... insomma, un casino

mi ora vado a vedere di recuperare una batteria con una cella in corto, se funzia poi posteró le foto, altrimenti... stenderó un velo pietoso

ciao
MaX
  
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Keyosz
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Re:Test accumulatore Ferro-Ferro
Reply #42 - 10.02.10 at 13:26:00
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Ciao Maxlinux,
dove hai trovato il solfato di alluminio? che prodotto è? che io sappia una barretta di alluminio in acido solforico (quello originale delle batterie) si corrode generando solfato di alluminio, se dovesse venire utile te lo puoi fare anche così, ma leggendo le pagine da tè proposte mi pare di capire che non vada bene, comunque leggendo meglio ho estrapolato due sali diversi dalle varie letture, e non capisco bene quale sia quello che intendono:
1) allume di potassio: anche chiamato allume di rocca, dovrebbero essere quelle pietre trasparenti da bagnare e strofinare sotto le ascelle come deodorante se ho capito bene, io non l'ho mai usato....
2) alluminio silicato di sodio: nella pagina del link parlano di questo e dicono che si trova facilmente al supermercato come additivo alimentare usato per i sottaceti, mi sono documentato e qui in europa viene riferito con la sigla E554 negli additivi alimentari

Insomma c'è già un dilemma iniziale n.1 o n.2? Magari qualcuno più esperto di noi in chimica ci può aiutare, magari sono la stessa cosa magari completamente differenti, boh...

Al super ho trovato solo quegli stick da usare sui tagli di quando ci si rade 7,5g 2,4€ ma la composizione è un mix di solfato di alluminio e allume di potassio, quindi non credo vada bene, a parte il prezzo da lardi.
Se riesco provo a chiedere in erboristeria per l'allume di rocca che dovrebbe essere allume di potassio.
  
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max_linux2000
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Re:Test accumulatore Ferro-Ferro
Reply #43 - 10.02.10 at 14:55:00
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QUOTE (Keyosz @ 10/2/2010, 13:26) Quote:
Ciao Maxlinux,
dove hai trovato il solfato di alluminio? che prodotto è? che io sappia una barretta di alluminio in acido solforico (quello originale delle batterie) si corrode generando solfato di alluminio, se dovesse venire utile te lo puoi fare anche così, ma leggendo le pagine da tè proposte mi pare di capire che non vada bene, comunque leggendo meglio ho estrapolato due sali diversi dalle varie letture, e non capisco bene quale sia quello che intendono:
1) allume di potassio: anche chiamato allume di rocca, dovrebbero essere quelle pietre trasparenti da bagnare e strofinare sotto le ascelle come deodorante se ho capito bene, io non l'ho mai usato....
2) alluminio silicato di sodio: nella pagina del link parlano di questo e dicono che si trova facilmente al supermercato come additivo alimentare usato per i sottaceti, mi sono documentato e qui in europa viene riferito con la sigla E554 negli additivi alimentari

Si io anche mi sono posto il dilemma, cosí ho chiesto nel gruppo e mi sono fidato del primo che mi ha risposto: Solfato di alluminio

L'ho trovato a leroy merlin in un fusto da 5 kg a 15 euro nel reparto piscine. Si usa per rendere limpida l'acqua torbida. Poi però ne è venuta fuori una discussione in cui alcuni dicono di usare il conservante E-554 (proibito in spagna perchè dicono favorisca l'alzaimer) e altri che parlano dell'allume di potassio e anche questo non lo trovo perchè gli spagnoli "non puzzano" scherzo!! non ne trovo in farmacia, non ne hanno mai sentito parlare.

QUOTE Quote:
Insomma c'è già un dilemma iniziale n.1 o n.2? Magari qualcuno più esperto di noi in chimica ci può aiutare, magari sono la stessa cosa magari completamente differenti, boh...

In effetti, io ho deciso di aspettare a vedere cosa dicono gli esperti americani.

QUOTE Quote:
Al super ho trovato solo quegli stick da usare sui tagli di quando ci si rade 7,5g 2,4€ ma la composizione è un mix di solfato di alluminio e allume di potassio, quindi non credo vada bene, a parte il prezzo da lardi.
Se riesco provo a chiedere in erboristeria per l'allume di rocca che dovrebbe essere allume di potassio.

Si dovrebbe essere Allume di rocca, questo è il nome antico.
Se puoi (ed hai voglia) di fare l'esperimento con l'allume di rocca in polvere, mi faresti un favore, perchè io credo dovrò farmelo spedire dall'italia per posta e tarderò abbastanza.

...ora vado a controllare la batteria che ho riparato... sembra che funzioni!!!!

ciao
MaX
  
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Keyosz
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Re:Test accumulatore Ferro-Ferro
Reply #44 - 11.02.10 at 07:58:00
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Ciao MaxLinux,
ieri sera ho trovato l'allume di potassio (allume di rocca) sotto forma di cristallo, è come se fosse un sasso semitrasparente, tipo un grosso cristallo di sale per intenderci, l'ho trovato in erboristeria, non lo conoscevano ne come allume di potassioe ne come allume di rocca, poi quando gli ho detto che serviva come deodorante ha capito.... non sò quanto pesi esattamente, sarà poco meno di mezzo chilo è grande come un pamo di mano e me l'ha fatto pagare 10€ (che ladrata).
Adesso devo verificare come dissolvere il cristallo, credo che lo frantumerò, sai le proporzioni con l'acqua distillata per il mix?

Provvederò a ripulire da traccie di acido solforico le piastre di prova con soda caustica e risciaqui con acqua distillata prima di immergerle in allume di potassio per evitare che tracce di acido annullino l'elettrolita basico.

Per l'additivo alimentare non ho trovato nulla per ora, non ho idea di dove cercare.

Volevo chiederti perchè parlavi di una batteria con una cella in corto ieri, ti conviene usare batterie che abbiano le piastre integre e nessun sedimento o corto interno se no la prova è inutile, si vuole provare una reazione chimica, non è che un elettrolita differente aggiusta i problemi meccanici interni, o forse ho capito male quello che intendevi dire?

Cosa intendi con la batterie che hai riparato? batteria al piombo con acido solforico? che tipo di riparazione hai fatto?
  
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