Grazie Cavallino ,ma ahimè non possiamo alzare la tensione del primario.
Nella tecnica SPWM otteniamo la sinusoide in uscita aprendo e chiudendo i mosfet.
Ciò significa che la tensione in uscita dal ponte dipenderà dalla tensione di alimentazione e da quanto tempo (duty cycle ) lasciamo chiuso il ponte .
Il ponte in oggetto (1500W 24V)dovrà essere in grado di creare una sinusoide capace di pilotare correttamente il trasformatore elevatore anche nella condizione peggiore.
Questo avviene a batterie scariche oppure usando batterie a bassa acidità.
Io ho preso come valore minimo 20V

Questi 20V saranno appunto il valore di picco della nostra sinusoide.
Ne consegue che in un mondo ideale basterebbe un trasformatore con primario :
Vrms= Vpicco /1.41 = 20/1.41= 14.18V
Ahimè non è cosi ..perchè viviamo nel reale e ci sono le perdite.
La tecnica SPWM ha il vantaggio di avere un'alta efficienza sul ponte ,ma richiede degli accorgimenti per non perdere potenza negli stadi successivi .
Mi riferisco in primis al trasformatore e il suo autoconsumo.
Se si pilotasse direttamente si otterrebbe un assorbimento a vuoto di qualche Ampere ,proprio perchè sarebbe pilotato con una frequenza non adatta alla sua natura.
Nasce per lavorare a 50Hz e poco tollera nel caso SWPM i 24Khz

Quindi bisogna aggiungere un filtro ,calcolato per avere la giusta pendenza ....in pratica un giusto compromesso.
Da esperimenti e calcoli un buon valore è tra i 50uH e 100uH .
Prendiamo come esempio i 50uH (ottimo valore per la modulazione unipolare a 18Khz ,buono per la bipolare a 24Khz).
L'induttore da 50uH posto in serie al ponte si comporta proprio come una resistenza che varia il suo valore in funzione della frequenza.
Otteniamo quindi per la frequenza modulante di 50Hz solo una resistenza di 15 mOhm (reattanza induttiva ...calcolabile online
http://www.claredot.net/it/sez_Elettronica/reattanza_induttiva.php ), oppure 7.5 Ohm a 24Khz .
Con questo filtro annulliamo di molto la frequenza portante ,facendo nuovamente lavorare correttamente il nostro amato trasformatore ,che non risentirà più della portante ,ma solo della modulante .
Bè 15 mOhm ...sono pochissimi

...
Sembrano pochi ....sembrano solo

Teniamo in memoria questi 15m ....e focalizziamo sul ponte.
Il ponte in oggetto è composto da 12 IRFB3207.
Quando modulano traviamo un semiponte superiore in conduzione e l'altro semiponte inferiore i conduzione.
Quindi possiamo disegnare uno schema che raffigura le due resistenza Rds poste in serie tra l'alimentazione e il trasformatore (non dimentichiamo l'induttore).
Il loro valore resistivo (nella miglior condizione) è secondo il datasheet sui 4 mOhm .
Avendone ben 3 in parallelo per ogni semiponte otteniamo (4/3=) 1.3 mOhm di resistenza.
Si conclude che la nostra sinusoide inizialmente con valore di picco di 20V (minima tensione di lavoro) per raggiungere il nostro trasformatore sarà attenuata dalle due resistenza Rds e dalla reattanza induttiva.
Il ponte è calcolato per ottenere 1500W :
1500/20=75A (non è proprio cosi!!!

)
75A sarà il valore della corrente che leggeremo sul nostro amperometro quando l'inverter è alimentato a 20V ,ma visualizzando la forma scoprirai che il picco della forma (doppia semionda ) raggiungerà la cresta di 105A (75*1.41=105A ...ummm)
Ora possiamo calcolare la perdita in tensione tra la sorgente e il trasformatore :
V=R*I
V=(Rds+Rds+Rind)*I = (1.3+1.3+15)*105= 1.9V !!!
Quindi i nostri bei 20V (di picco) in uscita dal ponte diventeranno 20V-1.9=
18.1VI 18.1V saranno nella condizione peggiore (batterie scariche e massima potenza) la minima tensione di picco che raggiungera il trasformatore.
Calcolando la tensione RMS = 18.1/1.41 =
12.8VQuindi in teoria potrei salire di 0.8V

,ma preferisco avere qualche tolleranza..
E ancora non abbiamo parlato del ponte IGBT !!!...