Ciao Sandroturbine,
beh vedi questo è un forum di fai-da-te, se avessi chiamato una ditta sicuramente avrebbero fatto il lavoro meglio ma avrei anche speso 4 volte tanto e quindi avrei lasciato perdere, ad ogni modo se avrai tempo di leggere le numerose discussioni nelle altre parti del forum noterai come siamo più attenti all'aspetto reale delle cose e non a quello commerciale e normativo, di fatti molte scelte "tecniche" e normative a parere delle normali persone sembrano più volte ad alimentare il settore commerciale, per esempio ormai abbiamo appurato con certezza del 100% che le batterie sigillate, al gel, agm e a ricombinazione sono una autentica ciofega in campo stazionario per impianti ad isola, durano meno delle batterie ad elettrolita liquido, costano di più e non è possibile favi manutenzione, ora non stò qui a dilungarmi anche perchè se ne è già parlato ampiamente in altre discussioni, ma oltre alla teoria ho visto molti casi pratici a sostegno.
Quindi visto che ci tengo al mio impianto e volgio che duri tanto nel tempo ho scelto la tecnologia di batterie che più si avvicina a quelle che realizzavano nella prima metà del '900, quelle sì che erano vere batterie, non a caso alcuni di noi stanno dedicando del tempo libero nella realizzazione di batterie robuste ed ingombranti come quelle di una volta, è un pò come la storia dei motori diesel di una voota che andavano con tutto e duravano 50anni, però non bisogna lamentarsi se sono più pesanti ed occupano più spazio, poi a quelli che mi dicono che consumavano di più gli rispondo ma come la mettiamo con i motori di oggi che anche se sono più efficenti sono a pezzi dopo 10 anni e quindi produciamo 5 volte più rifiuti? servirà ben del carburante per alimentare le fonderie per il recupero dell'acciaio?
Fatta questa premessa puoi ben capire come la penso a riguardo, è vero che servirebbe una vasca di raccolta acido ma sinceramente non ho mai visto un elemento rompersi di quelli vecchi di 20 anni ed in nessuna installazione e ti garantisco che quella stanza è chiusa a chiave quindi nessuno può accidentalmente romperli, ad ogni modo ho un secchio di NaHCO3 pronto nell'evenienza che dell'acido vada in terra, ma stai tranquillo che l'acido delle batterie non è più pericoloso di una tanica di benzina, di una bomobla del gas o dell'olio motore che potrebbe trafilare da una macchina.
Il ricambio d'aria è garantito da 2 bocche di lupo sempre aperte, non credere che non abbia a cuore la sicurezza, pensa che gli operai mandati dalla ditta produttrice delle batterie volevano entrare nella sala batterie con un cannello per completare l'installazione di inutili guaine termorestringenti ma io ho impedito una simile assurdità, accendere una fiamma ossidrica in un ambiente dove si può generare idrogeno, e loro sono certificati iso-bla bla bla metre io sono solo una semplice persona con la cognizione di causa di quello che faccio e del buon senso...
Quindi le normative vanno bene se giudicate da chi sà quello che stà facendo altrimenti sono solo scartoffie e costi aggiuntivi.
Ammeto che probabilmente dalle foto non si evince ma vi sono due fusibili a bullone ceramici appositi per batterie da 200A montati su ogni serie di elementi prima che partano i cavi verso l'impianto ed ogni utilizzatore ha un altro fusibile adeguatamente dimensionato per la linea che alimenta.
Per i bioler fino ad ora i termostati hanno lavorato egreggiamente, di fatti l'estate scorsa avevo raggiunto gli 80° su 5 boiler ed il termostato era intervenuto, ma ad ogni modo è presente una valvola di sovrapressione come sfogo in caso di problemi (come dovrebbe esserci su goni boiler 220), anche perchè il termostato si può benissimo rompere anche se alimentato a 220, per la polarizzazione delle resistenze indagherò, perchè non mi ero posto il problema in quanto la resistenza è elettricamente isolata dentro ad un tubo, nel senso che il circuito elettrico non entra in contatto con l'aqua per ovvie ragioni di isolamento quindi così du due piedi non riesco a comprendere come potrebbe creare delle correnti ioniche, ma forse mi sfugge qualcosa...
Ad ogni modo se avessi lasciato i bioler a 220V usando un inverter avrei dovuto pilotare un carico di 4Kw on modalità on/off e capirai bene che l'energia in eccesso non è improvvisamente tutta in un colopo esattamente 4Kw, ma man mano che le batterie diventano cariche ed in base ai carichi accesi in casa è un valore compreso tra 0 e 4000W con tutte le gradazioni in mezzo, quindi se appena ci sono anche solo 10W in eccesso ed un normale regolatore di carica inizierebbe a limitare la corrente io con dei boiler 220V avrei accesso 4000W, scaricando le batterie per 3990W, poi dopo qualche secondo avrei spento i biler e avrei atteso che si ricaricassero le batterie, questo metodo è sicuramente più economico da realizzare ma è risaputo (vedi forum americani outback o manuali morningstar) che genera dei micro-cicli di carica e scarica delle batterie che le usurano molto velocemente, mentre una regolazione pwm riesce ad evitare i micro-cicli degli accumulatori e a dare una diversione di energia ben bilanciata sull'essecco disponibile in quel dato momento, inoltre stò notando che probabilmente questi impulsi di carico ad onda quadra aumentano l'accettanza di carica delle batterie, forse hanno anche un leggero effetto desolfatante....
Grazie Ecologix1971,
se hai realizzato qualcosa ho progetti di farlo sentiti libero di parlarne anche tu sul forum