Le perdite di corrente utile che si hanno per effetto della gassificazione durante la carica, ed altri processi secondari, rendono necessario che alla batteria venga ridato un numero di Ah maggiore di quello precedentemente prelevato. Il fattore di carica, cioè il rapporto tra Ah ricaricati e quelli prelevati, varia da 1,11 a 1,25, reciprocamente il rendimento in quantità varia da 0,9 a 0,80:

hQ= Ah di scarica / Ah di carica = CD/CC

Ciò significa che in scarica l’accumulatore al piombo, restituisce 80¸90% degli Ah caricati. Oppure, che per reintegrare gli Ah spesi durante la scarica, CD, occorre caricare
CC = CD * 1/hQ

Ad esempio, una batteria da C = 250Ah viene scaricata completamente fino al raggiungimento della tensione finale. Per riportarla allo stato di piena carica occorre sottoporla ad un processo di carica che comporti una quantità di carica, di Cc = C/0.85 = 294Ah.

In prima approssimazione si possono considerare due fasi diverse nel processo di ricarica:
-         fase di trasformazione delle materie attive;
-         fase di sviluppo di gas.

Durante quest’ultima fase viene portata a termine la trasformazione delle materie attive con bassi rendimenti di carica perché gran parte dell’energia viene spesa per scindere l’acqua  nei suoi componenti.
Si pongono allora due limiti distinti alla intensità di carica, in corrispondenza alle due fasi indicate:
-         intensità massima iniziale: limitata dalla dissipazione massima ammissibile di calore per effetto resistivo;
-         intensità massima finale: limitata dalla necessità di non liberare i gas con velocità tale da trascinare particelle di materia attiva ed inoltre dalla dissipazione di calore che accompagna l’elettrolisi dell’acqua.