Salve a tutti!! E' ormai da qualche tempo che ho costruito questa stufa a biomassa per la casa di mio cugino. Doveva comprarne una, così gli ho fatto risparmiare un sacco di soldi costruendogliela io. Per me è stata anche un esperienza per capire quanto una caldaia fatta in ferro (fe36) possa resistere alla corrosione dell'acqua, con aggiunta di sali idonei che alcalinizzano l'acqua per ostacolare la ruggine, un po' come si faceva una volta nelle caldaie delle locomotive a vapore.
Ma andiamo per ordine, e spieghiamo prima i principi utilizzati in questa stufa a biomassa. Tanto per iniziare la stufa è provvista di due scambiatori interni, che consentono di produrre acqua calda sanitaria e acqua calda per riscaldamento (termosifoni). La stufa è progettata per una casa di circa 150 - 200 mq. Ha internamente una riserva d'acqua di 65 litri, perciò a stufa spenta si avranno 65 litri di acqua a 80 °C da utilizzare nell'arco della giornata per docce, lavandini e quant'altro...
In breve, la stufa è di tipo a tubi di fumo, composta da un bollitore pieno d'acqua (dove questa non supera mai gli 80 °C e quindi in realtà non bolle) con i tubi di fumo che vi passano dentro. Nel bollitore ci sono due serpentine di rame di lunghezze diverse e quindi con superfici diverse. Queste serpentine scambiano calore con l'acqua scaldata dai tubi di fumo e la portano ai servizi e ai riscaldamenti. La particolarità è che abbiamo in questa stufa 3 circuiti di acqua ben distinti ma in stretta correlazione. Il primo è quello presente nel bollitore, il secondo è quello nella serpentina per il riscaldamento e il terzo è quello per l'acqua calda sanitaria.
Nel primo circuito, e cioè l'acqua del bollitore, è collegato un vaso di espansione aperto, che in caso di ebollizione dell'acqua provvede a compensare gli aumenti di volume, in questo circuito sono poi presenti i sali alcalini per impedire la corrosione del ferro. Questo circuito provvede anche allo stoccaggio di riserva termica per gli utilizzi sanitari, con 65 litri di acqua al suo interno provvede ad alimentare i servizi di acqua calda, anche a fuoco spento per circa 24 ore, grazie alla forte coibentazione presente all'esterno della stufa.
Il secondo circuito è una serpentina di rame collegata ad un circolatore e relativo vaso di espansione, che alimenta i termosifoni di casa.
Il terzo circuito è una serpentina di rame collegata semplicemente all'acqua fredda diretta, all'uscita della serpentina si avrà acqua calda alla temperatura dell'acqua del bollitore.
Ma andiamo con le foto... per realizzare la stufa ho progettato, tagliato al laser e calandrato delle lamiere di ferro da 5 mm. Per i tubi di fumo ho usato dei tubi in ghisa da 2,7 mm di spessore.
Queste le prime foto, dove si vedono le flange tagliate al laser con i primi tubi saldati e la prima serpentina avvolta che sarà quella per l'acqua calda sanitaria, cioè il terzo circuito.



Qui avevo già avvolto la seconda serpentina, più lunga e quindi con maggiore superficie, che servirà i riscaldamenti e quindi il secondo circuito



A questo punto entra in gioco la famosa e antica saldatrice a TIG che ho aggiustato proprio per l'occasione. Si tratta di una saldatrice senza elettronica, e che sfrutta uno spark-gap (brevetti di Tesla) per elevare la frequenza di oscillazione della 50Hz e portarla a centinaia di kHz, l'alta tensione e l'alta frequenza e la corrente prodotta da una comune saldatrice permettono di innescare un plasma in atmosfera di argon e elettrodo di tungsteno, e fare queste bellissime saldature!




Ok, finito il fascio tubiero, è ora di metterlo dentro al bollitore, una lamiera da 5 mm calandrata a misura. Per calarlo dentro, pesava quasi 1 quintale, ho fatto specie di capretta con una robusta scala di alluminio, e con un arganetto ho movimentato il macigno di ferro.






Una volta dentro il bollitore, bisogna sigillare (saldando) le uscite delle serpentine, e creare un accesso al bollitore per il circuito primario con i sali.


Sigillate le uscite, si passa alla camera di combustione, che in questo caso è a legna. Mio cugino ha puntato sulla legna, in quanto il combustibile più economico in commercio, anche se un po' più laboroso da gestire. Volendo si può convertire, con delle coclee, per alimentazione a cippato o pellet.
Prima di tutto ho calandrato una lmiera un po' più larga del bollitore e l'ho applicata sotto.


Girata la stufa sottosopra, nella camera di combustione o tagliato e applicato dei mattoni refrattari.





Montati i mattoni, non ho resistito, ho girato la stufa, o messo l'acqua nel bollitore, attaccato un tubo dell'acqua alla serpentina più corta e ho acceso un fuocherello! A gran sorpresa il rendimento sembra essere stupefacente, con 4 pezzetti di legna, in 15-20 minuti 65 litri di acqua sono arrivati a 70 °C!! E aprendo il tubo dell'acqua e facendo quindi passare l'acqua nella serpentina, avevo acqua calda a 67 °C, con una quantità impressioannte!!





Arrivati a questo punto, arrivò il momento di portarla via... Sotto alla camera di combustione, è stata fatto un "cerchio" di mattoni alto circa 40cm, dove sopra è stata appoggiata la stufa. Nel cerchio in muratura, è stato applicato uno sportello e messa una griglia per sostenere il fuoco e far cadere la cenere nel cerchio. Queste foto mancano perchè le devo andare a fare a casa di mio cugino... presto le farò e aggiornerò la discussione.
Ahh Ovviamente tutta la stufa dovrà essere coibentata con lana di roccia, e rivestita con una ulteriore lamiera (stavolta fina) come rifinutura finale.
Il collettore dei fumi, è stato fatto con un altra lamiera calandrata, e l'uscita posta a 90° in orizzontale, per recuperare ulteriore calore... poi lo vedrete dalle foto dell'installazione in casa.
Mio cugino è contentissimo della stufa, perchè oltre ad aver risparmiato migliaia di euro, con 5 - 6 ciocchetti di legna del diametro di 7 cm circa, scalda tutta casa!
Un saluto a tutti Kekko!!