CITAZIONE (kekko.alchemi @ 27/1/2011, 03:48)
Quote:Dynoc cosa intendi per "irreversibilità nell'ugello"?
Nel senso che ho letto, un po' di sfuggita è vero,
diversi doc su queste turbine,
conosciute anche come "bladeless turbine" "boundary-layer (friction) turbine" "friction turbine" ... o combinazioni di tali nomi.
In ogni caso, sia dai calcoli che dalle dichiarazioni di tesla potrebbe raggiungere un rendimento mooolto elevato! (+90%)...
purtroppo tutte le sperimentazioni, comunque non tantissime, hanno dato esito negativo, o comunque difficoltà a raggiungere rendimenti
decenti, anche solo del 40%.
Questo, secondo gli autori, e mie elucubrazioni, è dato in parte dalla natura intrinseca di tale turbina...
sappiamo che l'attrito nei fluidi, aumenta con l'aumentare della velocità, la turbina di tesla è per forza di cose una turbina a flusso veloce, appunto
per fare aumentare queste forze di attrito che "trascinano" i dischi.
Purtroppo, proprio queste forze, sono anche fonte di perdita di energia, poiche, penso, alla trasmissione della forza, si accompagna SEMPRE, anche una generazione
di calore (per attrito) non voluto.
Quindi, in questo caso, l'ugello, che è la sezione dove questa velocità aumenta (e diminuisce la pressione, passaggio di stato termodinamico del fluido, definita da P,v,T), non essendo superficie attiva, è l'elemento dove questi attriti sono più dannosi, non producendo neanche spinta motrice sulla turbina!
A mio parere, pur ammettendo che è stata una turbina sempre poco utilizzata e studiata, quindi con margini di miglioramento,
il fatto che non ha mai "sfondato" commercialmente, pur essendoci stati dei tentativi, soprattutto nel ramo "pompe", è un indicatore importante.
Infatti, probabilmente per un "successo" della turbina di tesla si dovrà puntare su:
-Semplicità costruttiva, quindi minor prezzo...possibilità di metterne diverse in serie, con lo stesso investimento.
-Possibilità di processare fluidi "sporchi" o con particelle in sospensione, senza rovinarsi (non è delicata come le turbine tradizionali), soprattutto in caso di pompe, o di riutilizzo di flussi di scarto per le turbine.
proprio quest'ultimo punto, è il fuoco del problema, dove se si riuscisse a creare un prodotto mediamente performante (rendimento almeno 40-50%),
potrebbe avere il suo mercato.
Chiaro bisognerà scontrarsi contro le microturbine a gas e vapore, che stanno maturando in fretta anche nel "micro", forti di anni di esperienza
e vantaggi nei materiali moderni per il downsizing (anni fà sul micro si arrivava a mala pena al 50% di rendimento, ora sta salendo verso numeri da "sorelle maggiori"), e le pompe "speciali", che da anni sono state ottimizzate per lavorare con i fludi più diversi adottando tecniche diverse, magari complicate ma ormai assodate e mature.
scusate la lunghezza....
-D-
ps. DAJE!