CITAZIONE (sun_son @ 19/11/2009, 20:24)
Quote:. . . Dovresti leggere quel libro. E altri libri (anche pinocchio ad esempio "pinocchio è tornato") dove si esulta al ritorno degli eroi. Degli eroi ....quelli veri ovviamente. . .
Hai ragione sun . . . tutti dovremmo leggere . . . tutto. . . anche in questo caso ,come più volte hai indicato, rimane difficile mantenere una rotta stabile nei mille rivoli in cui si dirama l'approfondimento di un tema. Il ruolo dell'eroe vero , della sua funzione ci porterebbe oltre . . . le colonne d'Ercole.
Non auguro a nessuno quel nobile ruolo . . . i miei eroi , in quanto tali , non ritorneranno mai.
Né dolcezza di figlio, né la pieta
Del vecchio padre, né il debito amore
Lo qual dovea Penelope far lieta
Vincer potero dentro a me lardore
Chi ebbi a divenir del mondo esperto
E degli vizii umani e del valore:
Ma misi me per lalto mare aperto
Sol con un legno e con quella compagna
Picciola, dalla quale non fui deserto.
Lun lito e laltro vidi infin la Spagna,
Fin nel Marrocco, e lisola dei Sardi,
E laltre che quel mare intorno bagna.
Io e i compagni eravam vecchi e tardi,
Quando venimmo a quella foce stretta,
OvErcole segnò li suoi riguardi,
Acciocché luom più oltre non si metta:
Dalla man destra mi lasciai Sibilia,
Dallaltra già mavea lasciato Setta.
O frati, dissi, che per cento milia
Perigli siete giunti alloccidente,
A questa tanto picciola vigilia
De nostri sensi, chè del rimanente,
Non vogliate negar lesperienza,
Diretro al sol, del mondo senza gente.
Considerate la vostra semenza:
Fatti non foste a viver come bruti,
Ma per seguir virtute e conoscenza.
Li miei compagni fecio si acuti,
Con questa orazion picciola, al cammino,
Che appena poscia gli avrei ritenuti.
E, volta nostra poppa nel mattino,
De remi facemmo ale al folle volo,
Sempre acquistando dal lato mancino.
Tutte le stelle già dellaltro polo
Vedea la notte, e il nostro tanto basso,
Che non surgeva fuor del marin suolo.
Cinque volte racceso, e tanto casso
Lo lume era di sotto dalla luna,
Poi chentrati eravam nellalto passo,
Quando napparve una montagna bruna
Per la distanza, e parvemi alta tanto
Quanto veduta non navevo alcuna.
Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto;
Ché dalla nuova terra un turbo nacque,
E percosse del legno il primo canto.
Tre volte il fe girar con tutte lacque,
Alla quarta levar la poppa in suso,
E la prora ire in giù, comaltrui piacque.
Infin che il mar fu sopra noi richiuso
Dante, Inferno
Canto Ventesimosesto
Saluti . . .